Sono scappato da Parma. Sono fuggito dalla cronaca della mia città irriconoscibile, dai commenti onniscienti, dalle sentenze anticipate, dalle insinuazioni gratuite e vigliacche. Sono fuggito su una macchina del tempo: un sottomarino giallo e un po’ gialloblù, per provare a tornare a quando l’amore sembrava semplicissimo: da fare (Make Love, not war!) e da cantare: She loves you, And I love her, All my loving…
Sono tornato là, non per nostalgia o per banale retorica: ma per capire quando e come abbiamo iniziato a deragliare. Non che allora, sia chiaro, tutto fosse oro e miele: ma basta rileggere quei testi, o il “Mettete dei fiori nei vostri cannoni”, il “C’è un grande prato verde”, il “If you’ll go to San Francisco”…per capire che là ci si provava a dirigere verso la pace e appunto l’amore. Sì, lo so: non sono stati sempre “formidabili quegli anni”, e hanno anzi prodotto qualche veleno letale.
Ma se qualcosa univa le persone era quella speranza, quel sogno. Oggi ad unirci è l’aridità dei social (quante cose orribili ho letto in queste ore), l’aggressività, la violenza. Quella orribile della cronaca, certo, ma anche quella degli “impiccatelo” e “appendetelo per le palle”: che forse d’istinto ho pensato anch’io. Ma che a scriverlo e a leggerlo non diventa forse altro concime per la bellicosità con cui ci contagiamo a vicenda ogni giorno?
“Non sono uomini” ha scritto con comprensibile sconcerto una donna su facebook. Ma anche qui, se pure d’istinto verrebbe da darle ragione, dobbiamo invece dire – soprattutto noi maschi – che invece no: sono uomini, siamo noi uomini a sopraffare, umiliare, picchiare e a volte anche uccidere ( in agosto due volte, nella cronaca della civile Parma).
Ci sentiamo lontani e diversi dai due presunti orchi della ragazza. Ma adesso guardiamoci in faccia e chiediamoci se ieri o altre volte nei posti di lavoro, nelle birre fra amici non ci siano state battute volgari, allusioni… E davvero ancora una volta a Parma (come da Parmalat a Pasimafi, per cambiare settore ma non modo di pensare) “tanti sapevano”? E tacevano?
Sono datate e lontane, oggi certe canzoni dei Beatles o di quell’epoca. Eppure forse dovremmo tornare su quel sottomarino giallo e su quell’ingenuo mondo di sogni. Perchè oggi, come allora, la cosa da ricordare è che “All you need is Love”. E perchè la musica, diversamente da facebook, ci costringe ad ascoltare. E magari a stare in silenzio.
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