Fra poche settimane saranno 15 anni. Quindici lunghi anni dai primi scricchiolii sulla situazione di Parmalat che precedettero la deflagrazione del “crac del secolo”. Quindici anni che sembrano passati invano, se scorriamo la lista lunghissima degli scandali e delle inchieste giudiziarie che, pur senza più la portata planetaria del crac Tanzi, hanno spesso riportato negativamente in prima pagina il nome di Parma.
Capitale della Cultura, della Gastronomia e di tanta Bellezza, come è giusto sottolineare. Ma anche capitale dell’ingordigia di troppi “furbetti”: spesso ancor più incomprensibile perchè in posizioni comunque invidiabili, economicamente e socialmente. Ovviamente con la presunzione di innocenza valida per tutti fino a prova e sentenza contraria, ma anche con la sensazione di una realtà diffusa in troppi settori della vita cittadina.
Andate in edicola e leggete la Gazzetta di Parma di oggi. Le tre pagine che le bravissime colleghe Georgia Azzali e Laura Frugoni hanno realizzato sull’inchiesta “Conquibus” fotografano, sulla base delle accuse che ora dovranno essere verificate, un insieme di corruzione, insensibilità (odioso è il reato che specula anche sui malati), omertà (quanti sapevano?), appunto ingordigia e infine annullamento dei meriti con l’ennesima conferma del malcostume italiano dei concorsi universitari taroccati: altro che attribuire la morte della meritocrazia al Sessantotto di mezzo secolo fa… E a proseguire la lettura del giornale, ecco subito dopo il maxisequestro di salumi etichettati in modo fasullo.
Allora è tempo di farsi domande serie. Le domande che in verità ci furono fin dal 2003, ma che scandalo dopo scandalo non hanno evidentemente trovato risposta e correttivi: forse perchè siamo troppo concentrati su pusher e sfaccendati di colore come unico problema della nostra società…? E quando parliamo di Parma che non è più Parma e di parmigianità violata da “barbari senza regole”, ci chiediamo mai come può essere percepita la parmigianità da chi da fuori legge o arriva? E di quali regole chiediamo il rispetto se poi noi non rispettiamo neppure quelle più elementari, dal rispetto per l’assistenza ai malati al rispetto di donne vittime di parmigianissimi abusi e a volte omicidi?
Esagerazioni? Eccovi allora, aggiornato con le due notizie di ieri, l’elenco degli scandali che hanno fatto notizia in questi 15 anni. Lo intitolai, nel 2015 quando ancora ero in Gazzetta, “Ultimo fango”: ma quel fiume di fango e ingordigia non sembra ancora fermarsi…
2003-2018: QUINDICI ANNI DI SCANDALI
1) Bancarotta Parmalat (2003, il “crac del secolo”, tuttora alcuni filoni sono in attesa di giudizio definitivo)
2) Bustarelle e furti in tribunale (2005: patteggia impiegato che favoriva protestati; 2011: ufficiale giudiziario rubava i soldi dei pignoramenti)
3) Bancarotta Guru (2008 arresti, 2009 tre patteggiamenti)
4) Arpa connection (2008, sei arresti: mazzette per evitare controlli ambientali)
5) Green Money/1 (2010: appalti per il verde pubblico e bustarelle, quattro arresti)
6) Mazzette Ausl per evitare controlli sulla sicurezza dei macchinari di alcune aziende (2010, arrestato ex funzionario Ausl)
7) Green Money /2 (2011: undici arresti fra cui comandante della Polizia municipale e dirigenti comunali)
8) Bancarotta Gandalf (2011: due condanne, due patteggiamenti, nove rinvii a giudizio)
9) Easy Money (2011: quattro arresti fra cui assessore comunale)
10) Bordello Parma: night e prostituzione (2012: coinvolti poliziotti e avvocati)
11) Spot money (2013: due pubblici dipendenti arrestati per concussione)
12) Dissesto e false fatture azienda Greci di Gaione (2013)
13) Stolen Tax: mazzette per non far pagare le tasse: 5 arrestati fra cui avvocato, ufficiali di riscossione, imprenditore. 14 indagati. Poi arrestato anche un maresciallo dei carabinieri che avrebbe mentito in una informativa (2013). Nell’ottobre 2015 due condanne e quattro patteggiamenti.
14) Peculato: indagata la comandante dei vigili per i passaggi in auto dalla stazione al Comando PM (2013)
15) Public Money (2014: 4 arrestati, anche ex sindaco e consigliere regionale)
16) Spip (2014: dichiarato fallimento, Procura indaga per bancarotta fraudolenta)
17) Bancarotta Consorzio agrario (2014: trentacinque indagati. Ma nel 2018 gli imputati sono stati assolti)
18) Assunzioni irregolari Spip, Stt, Alfa (2014: indagati i vertici, in totale otto persone. Ma alla fine un solo rinvio a giudizio)
19) Latte contaminato ( 2014: quattro arresti , ai domiciliari direttore Centro servizi agroalimentare)
20) Retata anti ‘ndrangheta (2015: 6 arresti anche a Parma, sospette infiltrazioni in alcune elezioni politiche. Poi la sentenza assolve i politici a Parma. Già in precedenza altre inchieste avevano riguardato il tema, in particolare nel 2007 sul rapporto con i Casalesi)
21) Parma calcio: indagine per bancarotta fraudolenta (2015)
22) Formaggio fantasma: arrestati fratelli bresciani per bancarotta fraudolenta, indagati due ex funzionari di Bancamonte (2015)
23) Indagine per presunta truffa sui contributi all’editoria televisiva da parte di Teleducato (2015)
24) Arresto nuovo presidente Parma FC e ipotesi di riciclaggio dietro l’acquisto della società (2015)
25) Fallimento Parma Motors: indagati titolare e tre funzionari di banca per concorso in bancarotta fraudolenta (2015)
26) Parma Gestione Entrate: ipotesi di multe senza notifiche peculato, falso e usura (2016)
27) Parmacotto: accusa di bilancio falsificato, sequestro di 11 milioni e due indagati (2016)
28) Emiliambiente: arresti per una gara d’appalto truccata (2017)
29) Scandalo Pasimafi: corruzione nel mondo medico e farmaceutico (2017)
30) Crac Magic mangimi: 17 indagati, distratti oltre 25 milioni (2017)
31) Patrimoni nascosti in società estere per evitare il fisco: 7 arrestati, 30 indagati (2017)
32) Maxi frode fiscale basata su crediti fittizi: 59 denunciati (2018)
33) Conquibus: ancora corruzione nel mondo medico e farmaceutico con concorsi universitari/ospedalieri guidati (2018)
34) Maxisequestro di salumi con etichette fasulle (2018)
Ovviamente è importantissimo precisare che per molte di queste inchieste occorre attendere o verificare le sentenze definitive, per poter dire che sono stati davvero commessi dei reati. E’ già accaduto anche in tempi recenti (l’ex assessore regionale Peri, ad esempio, è stato prosciolto dopo che lo avevamo inevitabilmente sbattuto in prima pagina come indagato per gli appalti sulla Cispadana).
Ma resta il fatto che, almeno a livello di inchieste, a Parma siamo appunto arrivati a quota 34 in soli 15 anni: una media superiore a due all’anno. Troppe, per non far nascere domande che riguardano tutti noi…
Ottobre 5, 2018 il 6:44 am
Caro Billy. Grazie per questo lavoro di elencazione utile. Sulla capacità di indignazione della nostra città preferirei omettere un giudizio. Di solito il tempo di rimozione collettiva per i vari scandali che colpiscono periodicamente Parma è tra i dieci e i quindici giorni. Poi tutto viene archiviato nelle coscienze individuali e torniamo a raccontarci di essere la petite capitale e tutto va bene madama la marchesa. A me ha colpito anche la notizia che ci sarebbero stati già 34 suicidi a Parma nel 2018. Un segnale di malessere che meriterebbe un intervento di autoanalisi da parte di una comunità che fosse tale. E che spesso ha a che fare con la disperazione di imprenditori, cittadini ridotti sul lastrico da un sistema spietato che se ne frega di chi resta indietro. Mi permetto solo di ricordarti altre indagini in corso, quella sulla vendita di STU Pasubio, quella sui 500 mila Euro scomparsi dalle casse di STU authority,, quella sulla gara di appalto Tep/Smtp, tanto per citare le più fresche.che riguardano in via diretta l’attuale amministrazione comunale. E su pubblic money, aggiungerei anche che al centro della vicenda c’era la deviazione di linea politica di un giornale locale (Polisquotidiano) ritenuto allora troppo libero dal Sistema Parma. Uno schiaffo alla libertà di stampa. Parma dimostra di non volere cambiare. Si piace così. E se qualcosa la turba , come i due scandali in stecca che colpiscono Ospedale e Università con implicato due volte il capo derl dipartimento di medicina ed in mezzo addirittura il dramma del suicidio di un Rettore, vedrai che tra due settimane non se ne parlerà più. Abbagliati dalla immagine di Parma riflessa in uno specchio dorato. Il ritratto vero lo lasciamo in soffitta, una specie di Dorian Gray di provincia.
Ciao!
Paolo
Ottobre 5, 2018 il 7:04 am
Ciao Paolo. Grazie per il commento e anche per la segnalazione su un paio di cose che mancano nell’elenco (pensavo amaramente che è difficile ricordarseli tutti…). E’ tutto verissimo, e anche per questo mi ha fatto piacere vederti e vedervi nel dibattito sulla droga: Parma ha bisogno di tornare a parlare (non a vuoto) e a specchiarsi, non narcisisticamente ma seriamente. Ed è proprio qui che l’ex presidente del Borgo potrà dare insieme al resto del centrosinistra un contributo importantissimo: ora che la delusione del voto mi sembra archiviata, sono certo che tornerai ad essere protagonista di un dibattito che alla città è necessario. Buon lavoro ! (E a presto per il famoso caffè)