Un tempo era la stalla. Si trovavano lì le famiglie della civiltà contadina, ad ascoltare i racconti degli anziani, le storie della tradizione popolare, gli aneddoti… Era il “social” della società agricola, prima che irrompessero il consumismo, la tv e oggi appunto il web o facebook.
E piano piano si perde un immenso patrimonio di Cultura e di identità culturale (e forse è semmai questo uno dei porti che dovremmo chiudere se vogliamo conservare quello che ha tenuto insieme tante parti d’Italia e il nostro stesso Paese). Così, non può che far piacere che la sala del Consiglio comunale abbia ospitato ieri pomeriggio la presentazione di un Inventario partecipato dell’Eredità Culturale.
Che a dispetto della denominazione un po’ burocratica è appunto un progetto per salvare quel patrimonio, prima che sia troppo tardi. Un patrimonio di Saperi e di Luoghi: da un albero secolare ad una fontana, un portale, una sagra. Tutto ciò attorno a cui si riunisce una comunità, con la storia ed il perchè. E ai tempi del web la “stalla” viene sostituita da un portale, che fra poco sarà operativo e aperto al contributo di tutti.
Una bella idea, tutt’altro che banale: quanti di voi, ad esempio, sanno che a pochi passi dall’Arco di San Lazzaro esiste ancora, in via San Bruno, quello che fu un lavatoio pubblico?
………….. (Ps – Intanto, su un percorso diverso ma per certi versi simile, a breve vi presenterò anche il sito Parmateca, dedicato a Storia-Arte-Cultura di Parma attraverso il web. A preso!).
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