Sì: sta diventando una gabbia. E se ve lo dice il più pantofolaio dei giornalisti (altro che fare il giornalista per girare il mondo: io a 60 anni devo ancora visitare Modena!), immagino che cosa sia restare in casa per molti di voi.
E’ pesante, è avvilente, è surreale al punto che
talvolta ci si sente in un film. Leggi coronavirus, guardi in tv coronavirus, perfino nei sogni notturni a volte entra qualcosa che ha a che fare con questo virus maledetto. Il cielo pian piano vira dal grigio all’azzurro, qualche fioritura la si vede anche dalle finestre o nelle foto postate da tanti su facebook, ci sono tramonti che avvolgono Parma e che vorresti essere a fotografare.
Ma non si può. E non si deve. A parte chi è legato a lavori essenziali, chi può DEVE restare in casa, tranne i minimi essenziali acquisti per cibarsi, e non tutti i giorni. Qualcuno dice che la gente in giro è ancora troppa (a Milano hanno calcolato con le tracce dei telefonini che è il 40%), qualcuno invoca ulteriori strette sulle attività lavorative: d’istinto viene da dire di sì, ma lascio ad altri più competenti giudicare questo tema. Anche perchè sappiamo tutti che cessata l’emergenza sanitaria avremo dei crateri altrettanto dolorosi nell’economia. Ma allo stesso tempo, non ci si potrà concentrare sull’economia finchè non si sarà sconfitto o messo in un angolo il virus, quindi…
Però, al di là di questo aspetto resta ciò che OGNUNO di noi può fare. Ed è tristemente semplicissimo: RESTARE IN CASA. Dobbiamo farci forza insieme, ma da lontano. Punto.
Pensiamo che alla fine rivedersi sarà bellissimo: insieme ce la faremo! Buona giornata Parma! 🙂
Marzo 18, 2020 il 12:04 pm
Il problema non è tanto Modena, è il troppo frequentare le intuili librerie e biblioteche di Parma, un mondo rarefatto e isolato dal tempo dove il benessere e un mondo surreale, finto alla ricerca dei fantasmi del razzismo porta al distaccameno della realtà. Sono i maglioncini, quelli a collo lungo della gente che frequenta questi posti che portano ad una estraniazione dalla realtà e al pantofolismo elitario.
Lasciando perdere questo discorso su cui grandirei nessuna osservazione quello che mi chiedo e focalizzerei l’attenzione è invece l’utilità di questo articolo che mi sembra discretamente banale.
C’è bisogno di Balestrazzi per dirci di stare in casa? Oppure il chiedere di stare in casa lo possiamo comunicare in modo diverso, magari più crudo più orginale?
Lasciando perdere le banalità e psicodrammi interiori personali a cui nessuno frega niente delle ragazze di Parmasofia io mi aspetterei invece qualcosa di un po’ diverso da chi fa (certe ragazze del giornale cittadino-), faceva (lei)o vuole fare da grande informazione (le ragazze di parmasofia). La commessa della carrefour che ha la licenza elementare mi ha detto qualcosa di più interessa sul coronavirus oggi quando mi diceva quelle cose che secondo lei non saranno più le stesse dopo la pandemia.
Marzo 18, 2020 il 1:00 pm
E’ molto probabile che Balestrazzi sia poco utile. Ma ancor meno lo sono i tuoi anonimi e presuntuosi commenti. Ho pubblicato questo solo per dirti di risparmiarti altro tempo, caro il mio anonimo professorino: qui ti aspetta il cestino, almeno finchè non sarai sceso dalla cattedra magari mostrando anche la tua faccia . Bye bye