Il libro sul tavolo da un paio di giorni, certo che anche in questa strana stagione le parole di una ragazzina avrebbero tanto da insegnare a noi adulti, quasi 40 anni dopo. E poi, quasi come per magia,
ecco una mail di Lucia e Ettore Biancardi, mamma e papà di Veronica.
Mi spiegano che “per l’occasione dell’anniversario della morte di Veronica (23 aprile 1983) abbiamo realizzato un breve filmato con alcune poesie di Veronica, per rinfrescarne il ricordo e rimarcarne la sorprendente attualità che rivelano ancora oggi i suoi pensieri”. Ed è sorprendente davvero quell’attualità, anche se non è una sorpresa per me.
Veronica Biancardi è la storia, triste ma con tanti sorrisi più forti della tristezza, che mi ha accompagnato in tutto il mio lavoro e non solo. Una storia nata in una scuola media di Baganzola, dove a inizio anni ’80 venni mandato per una intervista televisiva a una “ragazzina poetessa” (che trovate in fondo all’articolo).
Intervista particolare, perchè quella ragazzina stava combattendo contro un male subdolo e purtroppo inarrestabile. Mi preparai dunque a qualche piccola innocente ipocrisia, immaginando che mi sarei trovato davanti qualche verso acerbo e l’atmosfera cupa e ingiusta di quella storia.
Ma Veronica mi stupì fin dall’inizio. Con i suoi colori (maglione giallo, sciarpina azzurra, basco lilla) e con i suoi sorrisi. E ancor più mi sorpresero i suoi versi: sì a volte acerbi come un gioco di ragazzina, ma a volte delicatamente profondi.
Lo capii più tardi, quando mi arrivò la notizia che il destino di Veronica si era compiuto. E rileggendo quelle parole, compresi che proprio quel destino ingrato aveva reso Veronica consapevole, pur solo a 13 anni, delle verità più difficili da capire per tutti noi, come stiamo ancora una volta sperimentando in questi giorni di virus: le verità della Morte e della Vita, che proprio dalla sua finitezza acquista la sua straordinarietà.
Quei versi di ragazzina, sposati con gli arcobaleni disegnati di Fabrizia Monticelli e Angela Bornia, si sono depositati per sempre sulle mie varie scrivanie di parole (tv, carta, web e anche ora fra i ritagli di università e blog) e nel mio cuore. E nelle forzate camminate casalinghe di queste settimane recluse, fra le tante riflessioni su pandemia, anzianità e appunto Vita e Morte, mi era tornata la voglia di leggere e condividere quelle pagine coi miei concittadini smarriti.
“Domani andrà meglio”, “Cambia il mondo con un sorriso”… Quella 13enne dagli occhi furbi e allegri sembra ancora parlarci: sembra ancora che la ragazzina sia più saggia e illuminata del nostro quotidiano strepitare. Sembra ancora che, nel momento in cui noi non sappiamo bene bene in che direzione andare, Veronica ci indichi quella che il giorno dell’inaugurazione della via a lei intitolata chiamai “la strada degli Arcobaleni”.
Grazie, Lucia e Ettore. Grazie, Veronica. 🙂
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Aprile 29, 2020 il 10:32 pm
In questo periodo si sono visti tanti arcobaleni appesi alle finestre con scritto ce la faremo ed immediatamente il pensiero e’ andato a Veronica che con il suo arcobaleno e con le sue poesie ci ha detto di sperare sempre e che domani andra’ meglio . Grazie per averle ricordate sono attuali e adatte al momento che stiamo vivendo