A scanso di equivoci: ho detto e ripeto che da cittadino parmigiano io sono grato a tutti coloro (compresi quelli più lontani dalle mie idee) che si stanno mettendo in gioco per
il ruolo di sindaco, che è uno dei più scomodi che la politica possa proporre, di Parma.
Nè il discorso che sto per fare riguarda direttamente quella decina di persone, ma è semmai una riflessione più ampia e che tocca tutta la città. Ad iniziare dai tanti che si sono idealmente già collocati sul divano o al mare, per le date ora fissate – 12 giugno per il voto e 26 giugno per il probabile ballottaggio – per poi dedicarsi per 5 anni a demolire da tastiera social il sindaco che non avranno contribuito a scegliere. Ma di costoro riparleremo…
Torniamo invece ai candidati e alla provocazione del titolo. Che tanto provocazione però non è: semmai è cronaca. Nel senso che fino ad oggi abbiamo sentito tanto parlare di nomi, di storie personali, di litigi e ambizioni…e un po’ poco del contorno.
Ovviamente è fondamentale sapere se a guidare Parma sarà Tizio o Caio o Sempronia (nei tre nomi ho rispettato anche la disparità di genere che si ripropone fra candidati e candidate…). Ma questo è solo un piccolo seppur significativo pezzo di quello che Tizio o Caio o Sempronia rappresenterebbero per Parma.
Nessuno (pur senza generalizzare) ha fin qui brillato per la diffusione del rispettivo Progetto Parma 2022-27. Qualche documento o qualcosa online, e poi è già partito il meccanismo dello spot quotidiano, che vedrà ogni giorno ogni candidato/a concentrarsi su una proposta ad uso Gazzetta o siti web. Ma a me pare che oggi serva anche molto altro. Anche perchè, tranne qualche eccezione, alle spalle dei candidati non ci sono più quei partiti di massa dei quali conoscevi alla perfezione ideologia e posizioni anche sui temi amministrativi locali. E quelli che ci sono, spesso fanno notizia più per litigi e polemiche che non per coesione progettuale.
Allora, io credo che sia troppo poco sapere se si candida a sindaco Balestrazzi (tranquilli: è solo un esempio, di un nome assolutamente negato per numeri e conti e quindi per la politica e l’amministrazione). Io dopo il nome del candidato voglio sapere chi sarà il suo vicesindaco, chi il suo assessore all’urbanistica, chi si occuperà di sicurezza ecc. ecc. E, naturalmente, voglio sapere assai più chiaramente e concretamente su quali linee quella squadra intenderà disegnare lo sviluppo e il futuro della città: aeroporto, stadio, ordine pubblico (senza dimenticare che qui il Comune non è il principale soggetto in materia, anche se a qualcuno fa comodo farlo credere), commercio, cultura, ecc. ecc. E voglio saperlo con programmi trasparenti e approfonditi, non con gli slogan buoni per un titolo sui media ma poco indicativi se poi andiamo in profondità.
Ecco: allora sì che potremo valutare bene che cosa significherà votare X o Y. E se c’è una cosa che davvero noi cittadini dovremmo oggi pretendere dai candidati è questa. Anche per capire se davvero dietro a una candidatura c’è un adeguato progetto di città – che richieda un po’ di tempo per leggerlo – o se invece le motivazioni sono più effimere o narcisistiche. Diversamente dal campionato di calcio, infatti, qui lo scudetto non si assegna il giorno dopo le elezioni, anche se qualcuno esulterà e altri no: il vero scudetto lo si assegna nei cinque anni successivi. E lo potrà anche vincere “Ego”, chiunque fosse, purchè contemporaneamente lo vinca la città. Altrimenti lo scudetto, e il tempo, lo perderemmo tutti.
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