La suggestione delle iniziali è solo una spinta in più, rispetto a un sogno che propongo da anni: un Museo parmanente dello Sport di Parma. Che faccia il paio con quello che il Parma calcio ha realizzato nei locali dello
stadio Tardini (e sottolineo questo aspetto per un motivo che capirete fra poco), e che io vedo parallelo anche rispetto a quella Casa della Memoria della Città che secondo me sarebbe una importante attrazione per i parmigiani del sasso, per i nuovi parmigiani e forse ache per qualche turista (vedi link in fondo all’articolo).
E’ un’idea che stava a cuore a due personaggi che allo Sport di Parma hanno dato tantissimo: Gian Franco Bellè, giornalista della Gazzetta di Parma e autore di diversi libri, e Luciano Campanini, giornalista a sua volta prima di sposare definitivamente la strada della scuola nella quale è stato grande educatore così come lo era da allenatore di basket. Entrambi meriterebbero l’intitolazione di un simile “Museo” (la parola museo non mi piace ma credo possa essere declinata in chiave attualissima).
Ma al di là del nome, occorrerebbe soprattutto mettere a fuoco un progetto e iniziare, per quanto se ne parli ormai da anni e già qualcosa si fosse mosso, a concretizzarlo. La spinta, seppur tristissima, dovrebbe arrivarci anche dalla voglia di perpetuare il ricordo di due grandi Campioni che ci hanno lasciato nel 2022: Alberto Michelotti, grande arbitro di calcio, e Vittorio Adorni, iridato e tricolore di ciclismo, senza dimenticare “il rosa più bello dopo quello di Coppi”, secondo la splendida immagine coniata da Bruno Raschi sulla Gazzetta dello sport.
Due campioni fra i più grandi del nostro Sport: al loro livello, forse, possiamo considerare solo Bruno Mora, una delle più grandi ali del nostro calcio, e chi ha saputo arrivare non solo al traguardo delle Olimpiadi ma addirittura a vincerle. Il pensiero va a Franco Gandini, oro nel ciclismo su pista a Melbourne 1956, in una storia poi ravvivata di recente dai successi più recenti del parmigiano adottivo Desalu nell’atletica e dalle bracciate vittoriose di Giulia Ghiretti nel nuoto. Ovviamente senza dimenticare tutti gli altri campioni e le imprese a squadre: nelle M del titolo, ad esempio, oltre a Mora e Michelotti ci sarebbe anche il campione di motociclismo Umberto Masetti. E le storie dello Sport di Parma sono anche tante altre…
Insomma, quella del nostro Sport è una storia bellissima, emnozionante e istruttiva (i Campioni che ho citato hanno unito al talento tanto impegno e tanti scarifici), quindi utile ad insegnare a tutti noi un modello positivo di Parmigianità. E quindi merita davvero una Casa permanente, che sarebbe bello inserire – se la cosa andrà avanti – nel progetto del nuovo Tardini, magari sacrificando qualche pezzo di iper strutture commerciali di cui la città forse non avverte l’esigenza… E se ho parlato di Moma, a parte la suggestione delle iniziali, forse lo statunitense presidente Krause potrebbe essere sensibile al tema. Intanto, come mi aggiorna Gabriella Corsaro, prendo atto con molto piacere che la possibile collocazione del Museo dello sport nel progetto Tardini è stata approvata in proposito una mozione all’unanimità. Ora speriamo si proceda di conseguenza.
Certo, so bene che il progetto vive anche (e soprattutto?) di appetibilità economica. Ma proprio l’abbinamento con la sede del Museo Ceresini del Parma calcio potrebbe rafforzare la capacità di attrazione, anche per appassionati da fuori, sfruttando magari modelli di Musei dello sport di altre città. E’ vero che Parma non può avere il richiamo di Barcellona nè il Tardini può avere la storia prestigiosa di San Siro, ma è altrettanto vero che una bella storia sportiva (e in tante discipline) l’abbiamo anche noi. Lo si era già visto, del resto, nella sezione sportiva della Mostra sulla storia della Gazzetta di Parma del 2020, che potrebbe essere la base di partenza anche del “museo” di cui sto parlando.
Semmai, ma questo varrebbe per qualunque attività che sorgesse in quest’area, occorrerebbe poi valutare bene anche una adeguata difesa nel caso di “tifosi” violenti: non dimentichiamo che proprio lìalcuni ultras dell’Inter nel 2008 se la presero perfino con le srtrutture di un asilo…
Ma se aspetti economici e di ordine pubblico fossero superabili, allora sarebbe davvero bello se il Tardini diventasse la cittadella della memoria sportiva di Parma, e raccontasse ogni giorno a giovani e adulti (e penso anche al fascino che potrebbe avere per le visite delle scuole) la storia e le emozioni che lo Sport ci ha regalato.
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