Fra un mese Parma avrebbe potuto ospitare un convegno a mio avviso capace di far parlare anche a livello nazionale.
I 60 anni della Rabbia, il fascino che due figure come Pasolini e Guareschi esercitano ancora a decenni dalla morte, l’eterna – e attualissima – contrapposizione fra Destra e Sinistra, ideologie incompiute e incapaci di dialogare e quindi anche di trovare le giuste sintesi per le sfide planetarie.
In quel film uscito il 13 aprile 1963, seppur brutto, ci sono lezioni e intuizioni e abbagli che ci sarebbero preziosissimi. E Parma, prolungando il centenario pasoliniano e al contempo risvegliando l’interesse su Guareschi anche in chi lo snobba, poteva essere davvero – per un giorno – fonte di cultura a livello nazionale, con una iniziativa che credo avrebbe fatto notizia. Ci sarebbero stati anche i personaggi giusti, per una lettura stimolante e senza steccati: Michele Serra (che avevo contattato mesi fa e si era detto interessato) e Michele Brambilla. E credo ne sarebbero derivati articoli anche sulla stampa nazionale, con beneficio per l’immagine culturale di Parma.
Ma nessuno ha raccolto lo spunto. Pazienza.
Vorrà dire che il viaggio nella Rabbia lo porteremo avanti in altro modo. Il 25 marzo ci sarà il prossimo appuntamento a Fidenza. E poi ci saranno altre sedi: librerie, scuole, Comuni della Bassa… Se qualcuno sarà interessato, i modi per parlare della Rabbia possono essere tantissimi. E ovviamente ci sono anche i due libriccini che mi hanno portato a riscoprire questo film-documento che è davvero un unicum nella storia culturale italiana: “Pasolini-Guareschi: che rabbia…” (ed. Athenaeum / Massimo Soncini) e “Il caso Guareschi” (ed. Diabasis).
Sì: ne riparleremo comunque: del film, di Guareschi, di Pasolini. Ma che Rabbia…
LA RABBIA FA 60: un libro e un progetto
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