Passa per volgare, il dialetto. Ma almeno nel caso del nostro vernacolo parmigiano, una delle cose che più mi piacciono
è l’esistenza di alcuni “insulti” attenuati e quasi affettuosi. Essere definito “un po’ cojón”, che in italiano suonerebbe davvero antipatico e offensivo, nel nostro pramzàn è molto meno tremendo, e quasi sancisce una sorta di ingenuità in chi ne è fatto oggetto.
Ecco perché, con un altro vocabolo dialettale, non andrei oltre “sjochètt” per catalogare i tre autori della scena che ho fermato nei miei tre scatti nel parco Eridania. Storie di ordinaria maleducazione e di mancato rispetto per il bene comune, oltre che per la natura e per il ruolo fondamentale dei parchi cittadini.
Insomma, un misto – ormai purtroppo abituale – di inciviltà e ignoranza. Che, al di là dell’episodio apparentemente piccolo (ma purtroppo da moltiplicare per i cento e cento casi uguali che si verificano ogni giorno), dovrebbero indurci a qualche riflessione:
- Sui social e nel dibattito politico la “città senza amore” e l’incuria e il degrado sono fra i tempi più gettonati. Ma se ogni giorno registriamo episodi simili, quanto è sincero questo asserito amore per la città?
- Comune e Iren devono certamente fare di più. Lo dicevo nei giorni scorsi segnalando casi analoghi intorno al nostro splendido Battistero: occorrono, per questi casi, gruppi di “pronto intervento” che ispezionino la città e provvedano immediatamente. E’ ciò che ognuno di noi fa in casa propria quando – anche solo inavvertitamente – qualcosa ci cade in terra sporcando il pavimento. Ed è, ovviamente, ciò che accade in tempi rapidissimi se l’episodio si verifica in un ristorante (o supermercato o altro luogo pubblico). Ecco: intervenire rapidamente significherebbe dare l’idea che quel posto deve essere rispettato: un messaggio che va dato con tempestività e chiarezza, per dissuadere i maleducati o semplicemente i pigri che non “se la sentono” di arrivare fino al più vicino cestino…
- Ma infine, se davvero vogliamo portare avanti (ed è giusto farlo) il tema della cura per Parma, dobbiamo prendere atto una volta per tutte che “Parma siamo noi”, e che i primi responsabili del degrado siamo noi cittadini. E, come ho già spiegato mille volte accennando ad esempio alle m…. dei cani non raccolte e lasciate in “bella” mostra sui marciapiedi, le responsabilità non hanno colore e passaporto: inciviltà e maleducazione vedono “perfettamente” integrati stranieri e parmigiani del sasso.
E’ tempo che iniziamo a cambiare. Perché, davvero, Parma siamo noi…
ILCIELODIPARMA.IT – ULTIMI ARTICOLI:
- S’i fosse foco / arderei lo smartphone…
- Dossier Sicurezza Parma /5 – La sintesi e le due vere cose da capire
- Dossier Sicurezza Parma /4 – Il ruolo dei cittadini: l’esempio positivo dei Nostri Borghi certifica la gravità del problema
- Veronica: gli arcobaleni di un compleanno speciale
- Rigore, passione e Poesia: ancora a lezione dal prof. Taverna dopo 50 anni
Ambiente Antonio Mascolo arte Battistero Parma Benedetto Antelami Bernardo Bertolucci calcio Carlo Ancelotti Cinema Comune di Parma coronavirus Correggio Don Camillo Donne Duomo di Parma Elezioni comunali Parma 2022 federico pizzarotti fotografia Fotografie di Parma gazzetta di parma giornalismo giovani Giovannino Guareschi Giulia Ghiretti Inceneritore La rabbia Lauro Grossi Libri Libri recensioni Michele Guerra Non è mai troppo Parma parma Parmabooks parma calcio Parma senza amore Pier Paolo Pasolini Politica psichiatria Sicurezza Stefano Pioli Tea Ranno Torrente Parma Università di Parma Violenza sessuale volontariato
Lascia un commento