Oggi sarebbe uno dei tanti ragazzi che nello spegnere 20 candeline sono probabilmente avvolti in ugual misura dai dubbi e dai sogni. Oggi forse ci sarebbe una festa di compleanno per

Tommaso Onofri: avrebbe al suo fianco l’affetto della sua famiglia, si sentirebbe protetto dal fratello maggiore Sebastiano, penserebbe alle sue prospettive per studio, lavoro, amore…

Tutto normale, come per ogni ragazzo di 20 anni. Tutto normale se quei 20 anni e quei sogni non fossero stati fatti precipitare nella più buia delle notti parmigiane della nostra storia recente: quella in cui due orchi (a definirle persone si farà sempre fatica) hanno ucciso un bambino di 18 mesi, che avevano appena sottratto dalla sua abitazione.

Quel bambino, come tutti sappiamo, era Tommy. 18 anni sono passati, e oggi il calendario segna un compleanno ancor più importante, che se possibile aumenta la nostra rabbia e l’indignazione. Che nei giorni scorsi si sono alimentate anche di altre notizie: il ritorno in libertà di uno degli orchi, il luogo della morte del bimbo ridotto a discarica…

Noi oggi, in questo compleanno che non ci sarà, dovremmo soprattutto rivolgere tutto il nostro affetto e la nostra ammirazione a Mamma Paola e a tutta la famiglia Onofri-Pellinghelli. Paola, in questi anni, oltre a una straordinaria dignità ha saputo estrarre da quella storia buia tanti momenti di solidarietà: l’Amore più forte del buio di troppe anime. Ecco perché oggi il nostro pensiero torna a Tommy e il nostro abbraccio va a Paola, Sebi e a una famiglia che a Parma è diventata un po’ anche la nostra. E che non dovremo mai lasciare sola.

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