E’ successo qualcosa di meraviglioso, a Parma. Splendido quanto semplice, nella città che

grazie ad Antonio Allegri, detto il Correggio, vanta una delle più affascinanti mostre permanenti e stabili del nostro bel Paese, con due cupole (anzi “tre”) che rappresentano pagine tra le più affascinanti e innovative della nostra Storia dell’Arte.

Sono tesori che abbiamo ogni giorno a pochi passi da noi, ma che la pigrizia che annacqua la nostra Parmigianità spesso solo proclamata a parole ci impedisce di accostare, come dovremmo fare periodicamente (le due cupole nelle chiese, per di più, sono gratis e praticamente senza orario), mentre ogni giorno ci sono decine di visitatori da fuori provincia, e spesso anche da fuori Italia.

Ora, con una intuizione che è insieme geniale e semplice (l’uovo di…Correggio), il bravissimo fotografo parmigiano Lucio Rossi, che in occasione dell’ultima mostra correggesca era salito sui ponteggi e aveva fotografato in tutti i dettagli la Cupola di San Giovanni, ha realizzato il suo sogno di “scomporre” la cupola, togliendole (e insieme esaltando) l’effetto della curvatura per analizzare i protagonisti dell’affresco del Correggio nella loro individualità, grazie alla tecnica del fotopiano.

Ma soprattutto, in questo modo, Rossi ha restituito “luce” al protagonista dell’affresco, che è il San Giovanni al quale è dedicata la chiesa a pochi metri dalla Cattedrale. Non tutti sanno, infatti, che proprio la parte della cupola nella quale è raffigurato San Giovanni con la sua visione di Cristo a Patmos può essere vista solo (o soprattutto) dai monaci seduti nel al coro a loro riservato alle spalle dell’altare. Il volto di San Giovanni è invece nascosto ai fedeli o ai visitatori che si trovino nella navata, o nella maggior parte degli altri punti della chiesa da cui si può ammirare la cupola.

Non solo. La bellissima installazione fotografica di Rossi è diventata l’occasione per proporre a parmigiani e turisti una doppia visita, anzi tripla. Da una parte, c’è Correggio 500 che però si inserisce anche nel convento di San Giovanni con tutte le sue bellezze (i chiostri e la splendida biblioteca); poi c’è ovviamente la “doverosa” visita alla cupola e alla chiesa di San Giovanni (dove operò anche un debuttante Parmigianino); e infine il biglietto d’ingresso consente anche di raggiungere la vicina Camera di San Paolo (possibilmente con una tappa intermedia per l’altra meravigliosa cupola nel Duomo).

In San Paolo, su invito della badessa Giovanna, Correggio svelò per la prima volta compiutamente la sua qualità, decorando una delle Camere del convento. E anche qui, allo spettacolo già rappresentato dall’affresco in sé, si aggiunge un suggestivo prologo esplicativo, realizzato attraverso la realtà aumentata e fruibile attraverso appositi visori, senza costi aggiuntivi.

Ne nasce un itinerario paradisiaco, che nessun parmigiano dovrebbe ignorare, da qui al 30 gennaio.

PS – Senza alcuna piaggeria, non posso non aggiungere (dopo quelli a Lucio Rossi e agli organizzatori) i complimenti a Claudio Rinaldi e Katia Golini, che hanno invitato e incoraggiato Rossi in questa realizzazione. Quella culturale è da sempre una parte fondamentale del ruolo che la Gazzetta può avere nella nostra città. E qui, grazie anche a un bel gioco di squadra, ne è uscita una vera meraviglia. Che ora si tratta “solo” di capire come e dove preservare…

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