E’ un alfabeto che poi prosegue ad alto livello: almeno fino alla V di Verdi, per non parlare di ciò che potrebbe essere la Z di Zavattini. Ma questo inizio di autunno sta davvero esaltando

alcune risorse, vecchie e nuove, che possono incrementare ulteriormente i numeri che proprio ieri hanno piacevolmente sorpreso: uno studio della Camera di Commercio ha rivelato che l’industria culturale produce a Parma l’anno scorso un miliardo di PIL pari al 5,2% della ricchezza totale.

Proprio per questo, Parma deve continuare a lavorare (di squadra!) e a migliorare la valorizzazione e la comunicazione dei tanti poli di attrazione per turisti italiani e stranieri, grazie all’eredità lasciataci dai secoli e da alcuni giganti dell’arte. Anche le parole di Alessandro Barbero al Teatro Farnese (“Mamma mia, che posto!” ha detto all’inizio della sua seguitissima lezione storica sulla Battaglia di Montechiarugolo) devono farci sentire orgogliosi e insieme spronarci a rendere sempre più fruibile e attraente la nostra città.

Dicevamo dell’ABC. Il primo protagonista di questo inizio d’autunno è ovviamente Correggio: l’idea di Correggio 500, con la lettura fotografica di Lucio Rossi che si aggiunge ed esalta alla mostra permanente della cupola di San Giovanni (con relativo splendido monastero) e degli affreschi della Camera di San Paolo si sta rivelando felicissima. Le visite sono frequenti e il gradimento è unanime, perché se quelli del Correggio sono capolavori, la fotografia (di Rossi in San Giovanni) e la tecnologia (realtà aumentata conm apposito visore in San Paolo) sono un indubbio valore aggiunto, per fruire e per capire.

Poi, in questi giorni, è stata protagonista la B di Bertolucci. Bernardo, nella fattispecie, con l’anniversario – ben celebrato – del film Prima della rivoluzione. Ma quello dei Bertolucci è, nel termine felicemente coniato dall’allora prof Michele Guerra, un ecosistema di inconsueta ricchezza, visto che oltre ai fasti cinematografici di Bernardo racchiude la poesia elevata di papà Attilio e la lunga e mai banale sequenza cinematografica del fratello Giuseppe. Dopo convegno e proiezione al Regio, la mostra di Palazzo Pigorini offre mille spunti: soprattutto, ribadisce quanto potrà aumentare l’offerta del nostro turismo culturale quella Casa Bertolucci che per ora ha una sede provvisoria (?) nella ex Provincia di Piazza della Pace, ma che una volta in funzione potrebbe essere uno dei luoghi più visitati di Parma, con un target forse anche diverso rispetto a quello dei tesori d’arte, o magari con una motivazione per non esaurire in un giorno – con un mordi e fuggi – la visita alla nostra città, che a sua volta dovrebbe forse aumentare le sinergie con la provincia.

E qui davvero l’alfabeto si spreca, fra città e dintorni: L come Leonardo o S come Scapiliata lasciando la L all’incredibile Labirinto voluto da Franco Maria Ricci; e poi la P di Parmigianino, la M della Magnani Rocca, la G dei luoghi guareschiani, la T di Torrechiara. E ovviamente non voglio dimenticare la A, perché fra Correggio e Bertolucci si deve passare dalla D di Duomo dove lo scultore Antelami ha regalato a Parma uno straordinario film di pietra (la Deposizione) per poi progettare il vicino meraviglioso Battistero. Che però, come abbiamo scritto e documentato spesso, non deve diventare un posacenere o un portarifiuti…

Insomma, fra tante discussioni su Parma (spesso esagerate o in malafede), questo ottobre sembra fatto apposta per invitarci a ripartire dall’ABC.

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