Il commissario Varesi ha fatto ancora centro. No, non ho

sbagliato: so benissimo che il commissario si chiama Soneri e che Valerio Varesi (peraltro collega e amico, anche se questo non fa velo a ciò che state per leggere in questo articolo) è l’autore. Ma dopo 20 anni e una quindicina di romanzi, le due figure si stanno sempre più sovrapponendo, con il risultato di avvolgere ancora più il lettore, che sia nuovo o che si tratti di un fedelissimo dei due.

Mai come in questo caso il canovaccio del giallo consente a Soneri/Varesi di porsi dubbi che abbinano le indagini e il privato del commissario, alle prese con i Vuoti di memoria del titolo: vuoti di memoria suoi, prima ancora che di un personaggio del romanzo. E ancor più felici che in passato sono le dissertazioni che Varesi propone a Soneri nei suoi incontri, ad iniziare ovviamente da quelli con Angela.

Ci sono, insieme, profondità e leggerezza: che non solo certificano la continua crescente maturità di uno scrittore che è ormai un classico del giallo anche fuori dai confini italiani (giusto oggi leggo che Valerio è in Francia dove i suoi libri piacciono tantissimo), ma consentono e anzi spingono il lettore a gustare la trama del giallo e contemporaneamente a porsi gli stessi dubbi del commissario.

Soneri, come sempre, trova nella nebbia una preziosa alleata, per riflettere dentro questa umida coperta di Linus tipica della nostra pianura. E se non è la nebbia, è la rassicurante certezza degli anolini in brodo… I suoi pensieri toccano, fra gli altri, il tema della convivenza fra mondo digitale (con le sue opportunità ma anche con le sue ambiguità) e mondo reale. Pessimismo da lettura autunnale? Non esattamente: come Varesi fa dire a uno dei personaggi, possiamo ancora rifugiarci nel bello, ad esempio mettendosi di fronte a un dipinto del Parmigianino. E poi “c’è la fede”, che non è intesa qui in senso religioso: semmai è quella di Ulisse che cerca di superare gli inevitabili limiti umani.

Ci regala davvero tanto, questo commissario Soneri roso dai dubbi ma forse (questa almeno è la mia impressione da lettore) meno arrendevole che in altri libri. Quasi che le difficoltà del mondo, crescenti, abbiamo offerto nuovi stimoli a entrambi: a Soneri per cogliere da questa indagine tutti gli insegnamenti possibili, anche se scomodi; e a Varesi per raccontarci, attraverso la strada del giallo, qualcosa del mondo. E di Parma. E di noi.

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