Avete letto le 10 domande sulla sicurezza a Parma? Fatelo cliccando qui, e poi capirete meglio il resto dell’articolo, che riuscirà a

dare una prima risposta, alla prima domanda. La riporto qui: Quali sono i numeri dei reati commessi a Parma e come sono variati negli anni questi numeri? Non ci può essere un dibattito serio se lo si basa solo sulle impressioni o sulla memoria, spesso fallace e non sempre sorretta dalla buona fede… Quindi bisogna che qualcuno (autorità o mass media) consenta l’apertura di un dibattito serio mettendo a confronto tutte le cifre e le caratteristiche dei reati di oggi e degli ultimi anni/decenni: dal numero dei reati agli organici delle forze dell’ordine.

Io ovviamente non ho più accesso alle “fonti umane” locali e nazionali, ma sul web si possono trovare elementi e dati interessanti. E parlo di fonti ufficiali e istituzionali: nel nostro caso la Provincia, per la sequenza che va dal 2006 al 2022 e l’Istat anche per il 2023 (i dati del 2024, ovviamente, li conosceremo solo a fine anno). Che cosa se ne ricava? Eccolo nel nostro grafico, che qui riportiamo:

Anche se non sono certo un mago di Excel, mi sembra tutto abbastanza chiaro. Il grafico traduce i dati che vedete nelle due righe di Excel sopra lo stesso grafico, e che per comodità di lettura vi ripropongo nella sequenza qui sotto ingrandita, spezzandola in due per renderla più chiaramente leggibile:

Il primo dato che emerge dal numero dei delitti commessi a Parma (ovviamente parliamo di quelli denunciati all’Autorità Giudiziaria, cioè di quelli di cui si può essere a conoscenza) è che i valori del 2023 (20.076 reati) sono praticamente identici, anzi in leggero calo, rispetto al primo dato di questa sequenza, che è del 2006 (20.236 reati). Quindi, come pura quantità e in attesa dei dati di fine 2024, i reati sono praticamente gli stessi di 17 anni fa, quando si era nel pieno della doppia stagione civica (Ubaldi e poi Vignali). Poi, come mostrano grafico e numeri, ci sono state diverse oscillazioni: reati in crescita fino al 2012; poi in calo fino al 2016; in ascesa nel 2017 e di nuovo in calo fino al 2019. Non fanno ovviamente testo i due anni del Covid, e in parte l’effetto si prolunga nel 2022. Il primo anno nuovamente normale, cioè il 2023, come dicevamo, ci riporta alla situazione del 2006.

Tutto bene, quindi? Ovviamente no: come è già anticipato nel nostro titolo i motivi di preoccupazione ci sono, anche al di là dei numeri. Intanto stiamo comunque parlando di 1600 reati al mese, che significa una cinquantina al giorno in una città/provincia non enorme. Poi, come abbiamo scritto nella domanda n. 2 (alla quale cercheremo di rispondere meglio nelle prossime settimane), conta molto anche la tipologia dei reati, con i loro possibili effetti sui cittadini e sulle loro paure. E qui, è sotto gli occhi di tutti che qualcosa di diverso e di peggio ci sia, soprattutto nel dilagare delle violenze giovanili.

Però, nel frattempo, i numeri spazzano anche via le amnesie e le favolette di chi vuole dipingere Parma come “un far west” rispetto a una precedente “isola felice”, che come vediamo già dai numeri (ma lo vedremo ancor meglio nei fatti) non è mai esistita davvero. Per capirlo ancor meglio, ora vedrete gli stessi numeri messi in “classifica”: prendendo il numero dei reati (che in realtà riguardano tutta la provincia: non ci sono dati scorporati per la sola città, almeno a livello pubblico di web) si ottiene un elenco che va dall’anno più delittuoso a quelli con meno reati (che come abbiamo già ricordato sono ovviamente i due anni del Covid).

Abbiamo colorato questa classifica, per evidenziare l’alternarsi delle giunte Ubaldi-Vignali-(Commissario)-Pizzarotti-Guerra. E in questo modo si evidenziano diversi dati interessanti. 1) Il sindaco con più problemi di sicurezza appare Pizzarotti: ma in realtà, se guardate bene, i suoi anni peggiori sono quelli dal 2012 (condiviso col Commissario) al 2017. Nel secondo mandato, anche prima del Covid, 2018 e 2019 avevano segnato un calo dei reati anche piuttosto netto. 2) Le stagioni civiche non sono quell’età aurea che qualcuno vuol fare intendere. Già l’eredità del 2011 (anno gestito fino a metà settembre dalla giunta Vignali) è il terzo peggior anno sui 18 presi in considerazione. E altri 4 anni civici hanno un andamento peggiore del primo anno di Guerra, così come di quello in coabitazione fra Pizzarotti e lo stesso Guerra.

Quindi, chi parla di situazione nuova ha una memoria un po’ labile. Ecco, per capirlo meglio, la classifica a colori:

E come vedete, sempre con i dati sul web (che ovviamente siamo pronti a correggere se qualcuno fornisse ulteriori fonti ufficiali e omogenee) ci siamo poi spostati all’indietro, con altri 4 anni significativi. Come vedete, c’è stato sì un periodo nel quale i reati erano un terzo di quelli attuali: ma erano gli anni del bistrattato sindaco Lavagetto, nei quali molti dimenticano che Parma – pur con tante ombre – arrivò anche al primo posto della classifica nazionale sulla Qualità della vita, mantenendo poi quelle posizioni anche nei primi anni Ubaldi. Proprio con lo stesso Ubaldi, però, dal 1998 al 2006 il numero dei reati raddoppia: da 9.527 nel primo anno (in coabitazione con Lavagetto) ai 20.236 del 2006, che fu anche l’anno orribile di Tommy e di Silvia Mantovani (oltre che di Virgy e del taxista Salvarani in provincia e di altri fatti tragici anche in città).

Questo, sia chiaro, non toglie nulla al gran lavoro che Ubaldi fece in città soprattutto nei primi anni dei suoi due mandati; né vogliamo mettere in discussione il notevole e sincero impegno sul tema-sicurezza della successiva giunta Vignali. Ma resta la realtà dei numeri: il vero peggioramento della sicurezza a Parma è a cavallo fra secondo e terzo millennio. Per colpa di tutti, compresi i governi nazionali che di colpe ne hanno tante ieri come oggi, ad esempio sul taglio degli organici delle forze di sicurezza.

E anche questo è tempo di dirlo, uscendo dalla sterilità dei dibattiti da tifosi: la sicurezza a Parma è un tema vecchio e nuovo allo stesso tempo, che va affrontato seriamente, ma scendendo da cattedre su cui nessuno ha i titoli per salire. Alla destra è giusto riconoscere di avere sollevato un problema su cui la sinistra ha spesso chiuso gli occhi, a Roma come a Parma. Ma la sicurezza non è un tema su cui una fazione può vantare un monopolio: essere protetti è una legittima aspirazione dei cittadini di destra come di sinistra. E quindi è tempo che sul problema si lavori tutti insieme: in Municipio e al Viminale.

Ne riparleremo ancor più in dettaglio.

(segue)

Se non lo hai già letto, vai a Dossier Sicurezza Parma/1 – Le 10 vere domande che ci dovremmo porre

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