Siamo talmente assuefatti alle esigenze della città e di quelle “abitanti” che sono le automobili che ci stupiamo quando
qualche area sfugge al cemento ed anzi si tinge di verde.
Abbiamo parlato più volte del Bosco Spaggiari, in zona San Prospero, ma c’è un’altra iniziativa in piena città che molti parmigiani forse non conoscono: la Picasso Food Forest. Già solo varrebbe la pena di spingersi da quelle parti per ammirare il trionfo rosa di via Picasso, che danno a questa strada un aspetto splendido soprattutto in questa stagione.
E alla fine di via Picasso c’è proprio questa piccola foresta di città. E’ stato uno dei primi esperimenti del genere nel nostro Paese, nell’ormai distante 2012 in concomitanza con la nascita del gruppo Fruttorti.
Un piccolo ma non piccolissimo parco pubblico, con decine di piante da far crescere negli anni e i cui frutti sono liberamente a disposizione dei cittadini. Ma questo è il meno: l’aspetto più rilevante è che ai lati delle case e delle strade è sorto questo insieme di piante e arbusti dei generi più svariati, che crescono formando un habitat il più vicino possibile a quello di un bosco naturale, seppur qui inserito in un’area antropizzata.
Ne riparleremo, e soprattutto vi invitiamo davvero a visitarla, ma come spesso accade anche per la Picasso Food Forest le conquiste non sono mai definitive e c’è sempre qualcosa o qualcuno che potrebbe insidiarle. Così, a servizio di alcuni insediamenti, ecco che si parla da un po’ di tempo di una possibile rotatoria. Dove? Ma “naturalmente” proprio all’angolo delle vie Picasso e Marconi, con la previsione che il progetto possa rubare un pezzetto di foresta urbana.
“Un pezzetto”, ho scritto volutamente, perché proprio l’assuefazione di cui dicevo all’inizio potrebbe portarci a ritenere poco impattante una piccola invasione che per “l’utilità collettiva” (leggi traffico e automobili) non pregiudicasse il grosso dell’area verde. E invece no, per due motivi: il primo è di principio (e non per questo astratto), poiché dobbiamo imparare a rispettare l’ambiente e le iniziative che lo proteggono; il secondo è che proprio nel tratto iniziale (che è quello dove arriverebbe la rotatoria) è nato il Giardino delle farfalle: tante piantine per avere numerose specie di farfalle e creare anche qui biodiversità.
Ecco: a qualcuno potrebbe sembrare una piccola questione. No, non lo è: il Giardino delle Farfalle non va toccato, sia per quello che concretamente è, sia perché è tempo di invertire la nostra filosofia e le nostre priorità, partendo dalla tutela dell’ambiente e non di ciò che lo rovina.
Qui c’è il link per la petizione e la raccolta di firme. Non stiamo a guardare!
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