Alla ritualità dell’8 marzo, che in parte effettivamente c’è, altri replicano da anni con un copione ancor più scontato e ripetitivo: qui la social-battutina da caserma, là una dissertazione un po’ più intellettuale, qui e là gli ammonimenti contro un futuro da “Grande Sorella”, nel quale il Pensiero Unico Femminista sovvertirà rovinosamente gli equilibri della nostra bella società occidentale. Che è un po’ come quando ci raccontano del “Sessantotto che distrusse la meritocrazia in Italia”: già, quella meritocrazia che baroni, nepotismi e massonerie (tuttora ben presenti anche dalle nostre parti) invece esaltavano…
Per carità: proprio perchè siamo in democrazia va rispettato il pensiero di tutti. Ed è sempre giusto e salutare confrontarsi, anche perchè il rischio di non vedere retorica o esagerazioni è sempre presente per chiunque. Ma se sui “dettagli” o sulle singole questioni anche importanti si può discutere, l’8 marzo di ieri aveva proprio nel suo slogan qualcosa che dovrebbe unire e zittire: “La libertà delle donne libera tutti”. Sì: proprio “tutti”, al maschile e quindi anche (e soprattutto) per noi uomini. Guarda un po’ come a volte le verità possano essere semplici e quasi banali.
Già, perchè come recitava un altro manifesto di ieri “Men of quality / do not fear Equality”. Che è cosa un po’ diversa da certe paure maschili da operetta di quelli che, 50 anni dopo il Sessantotto, ci ripropongono gli stessi schemi: dicono no al Femminismo “perchè snatura la donna e porta all’utero in affitto” (…) e cinque minuti dopo sono in corteo con il Capitano, che per restituire alla Femminilità la dignità perduta si prepara a proporre la riapertura delle case chiuse…
Marzo 11, 2019 il 7:13 pm
Buongiorno signor Balestrazzi,
io non capisco però perchè lei, sempre così attento ai fatti nazionali di violenza verbale contro le donne (anche i titoli a parere di molti sessisti di alcuni giornali come Patata bollente riferito alla Raggi, che per me non lo sono) non abbia speso una mezza parola per mettere in risalto la violenza fisica ma anche verbale contro gli uomini.
Ad esempio mi potrebbe commentare questa uscita di Angela Finocchiaro?
http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/finocchiaro-ai-bimbi-rai-uomini-sono-pezzi-m-1604239.html.
Io oltre che uno spiritoso patata bollente non ho mai sentito un “donna pezza di m…a” sui giornali o addirittura in tv.
Come mai lei non scrive dei post sulla Finocchiaro?
Marzo 11, 2019 il 8:19 pm
Buongiorno. In realtà io ho risposto già ad altri lettori a questo proposito, ma lo ripeto volentieri a lei. 1) Da sempre ripeto che la battaglia contro la violenza sulle donne non solo non esclude quella contro altri tipi di violenza. Ma anzi resto convintissimo che il primo nemico sia la violenza in genere, per poi affrontare quella “di” genere. Allo stesso modo in cui un cardiologo che si occupa di infarti certo non sottovaluta i tumori 2) Ho precisato anche di non avere visto la Finocchiaro ma di non avere alcuna esitazione nel condannare la sua frase quando poi l’ho vista riportata sui giornali 3) E’ verissimo che c’è anche violenza di donne su uomini. Ma credo che nessuno possa smentire che lo squilibrio del potere e delle opportunità penda nettamente a nostro favore. Che però certo non significa trascurare i casi in cui violenza o soprusi colpiscono gli uomini. Per me la violenza è SEMPRE da condannare: uomo o donna, bianco o nero, parmigiano o extracomunitario ecc. ecc. 4) Mi riesce invece impossibile darle ragione sul titolo sulla Raggi: non era spiritoso ed era invece decisamente sessista