Bisogna fare la tara? Certo: e allora facciamola subito, visto che tanti hanno iniziato già in tempo reale in Piazza e subito dopo sui social. Per molti sarà stato solo un “fogone” collettivo, altri erano lì ma senza essere ben consapevoli delle motivazioni, altri appena in Piazza si sono fiondati al bar, altri hanno coronato la giornata ambientale al McDonald’s (…) e altri ancora si sono buttati sugli imprescindibili telefonini: oggetti il cui peso sull’ambiente non è irrilevante. Ok, c’era anche questo e magari altro ancora. Però…
Però quel fiume limpido di ragazzi che ha ieri attraversato la Parma, dopo aver disegnato in Piazzale Picelli un virtuale prato verde che si poi spostato in Piazza Garibaldi è comunque una straordinaria notizia. Anzi, è una straordinaria eredità (e impegno) per la nostra generazione menefreghista che, da Trump a ognuno di noi, non ha ancora capito che sacrificare almeno qualcosa del proprio comodo stile di vita è l’alternativa a sacrificare l’intero pianeta.
L’errore vero, gigantesco, sarebbe quello di considerare quella Piazza un fatto finito, da archiviare nei bei ricorsi. No: deve essere per noi adulti e per gli stessi ragazzi un luminoso primo giorno di Primavera ma anche uno “scomodissimo” punto di partenza. Per riflettere su che cosa fare davvero, al di là di una manifestazione splendida ma che da sola resterebbe sterile e retorica, per salvare la meravigliosa Terra che abbiamo avuto in dono. (E per questo, è necessario uno straordinario lavoro dei miei colleghi dei media, che ieri a livello nazionale e locale mi pare abbiano colto solo in parte la straordinarietà dell’evento).
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