Guardate questa foto. Proprio la sua deformazione falsata dall’effetto panorama degli smartphone la rende la più “veritiera” delle immagini sulla bellezza vissuta qualche sera fa nel piazzale davanti alla Chiesa di San Giovanni. Riguardatela bene e ci vedrete dentro

l’essenza di quella serata: una sbornia di Bellezza e il non sapere da che parte guardare.

A sinistra Battistero e Duomo, a destra la facciata illuminata di San Giovanni (e anche gli interni finalmente sottratti al buio che solitamente li avvolge, pur con un suo particolare fascino)… E in mezzo il Correggio ricreato, proiettato sul muro del complesso di San Giovanni.

La tecnologia di oggi al servizio di un Genio dell’Arte di 500 anni fa. E proprio Correggio 500, a giudicare da questo prologo, si propone come una straordinaria occasione per “costringerci” a volare alto e a ri-scoprire un artista che come nessun altro (pur senza dimenticare Antelami e Parmigianino e la straordinaria Scapiliata di Leonardo) ha condizionato l’immagine di Parma agli occhi del mondo.

Questa, paradossalmente, potrebbe essere la vera e concreta appendice di Parma capitale della cultura. Il lavoro di Lucio Rossi presentato da Comune e Fondazione Cariparma è un’occasione irripetibile, da condire con momenti di approfondimenti e divulgazione. Perché, non mi stancherò di dirlo, una città cresce se non si riduce agli slogan e alla superficialità dei social, ma se riesce a portare anche su social e smartphone i veri valori su cui fondare il Futuro. E Correggio, proprio perché ci spinga a guardare in alto verso la genialità delle sue cupole, è un passaggio fondamentale: ne riparleremo.

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